Share on facebook
Share on twitter
Share on linkedin
Share on whatsapp
Share on pinterest

Francia: pochi vegetariani, in aumento i flexitariani

L’IFOP – Institu français d’opinion publique – ha realizzato per FranceAgriMer un’indagine volta ad analizzare il panorama dei regimi alimentari adottati dai francesi.
Il sondaggio è stato condotto online per più di un mese su un campione rappresentativo della popolazione formato da 15.000 francesi, a cui sono state sottoposte domande con lo scopo di misurare il fenomeno del vegetarianismo e quello del flexitarianismo. Ma cosa vuol dire essere flexitariani?
La dieta flexitariana è nata essenzialmente per aiutare le persone nell’introduzione all’alimentazione vegetariana, senza però smettere di consumare completamente e di punto in bianco i prodotti animali, seppur con maggiore moderazione.
Riconosciuta dall’American Dialect Society solo nel 2003, la sua prima apparizione risale al 1992 con il neologismo che veniva usato per descrivere il tipo di alimentazione proposta dal ristorante della chef Helga Morath.
Questo stile di alimentazione, quindi, si basa sul consumo di alimenti principalmente di origine vegetale, ma con alcuni pasti in cui è concesso il consumo di carne e di prodotti di origine animale.
Tra i principi fondanti di tale dieta, ricordiamo:
  • avere alla base della propria alimentazione frutta e verdura di stagione, legumi e frutta secca, cereali integrali e semi oleosi;
  • limitare il consumo di zuccheri e di prodotti abbondantemente processati;
  • essere flessibile nell’inserire sporadicamente nella dieta prodotti di origine animale come carne, pesce, uova e latticini.
  • Solo in casi eccezionali si possono introdurre insaccati e carni in scatola.
Si consigliano 3 livelli di riduzione di carne:
  1. per principianti con il quale ci si astiene dal consumo di carne per 2 giorni, per un totale concetto di 700 grammi a settimana;
  2. avanzato, in cui è permessa la carne ogni 3-4 giorni per un totale di 500 gr a settimana;
  3. esperto, con cui non si mangia carne per 5 giorni, e se ne assume massimo 250 gr a settimana.
Si tratta di un compromesso flessibile e sostenibile adottato negli ultimi anni da diverse star come Gwyneth Paltrow, Paul McCartney, Meghan Markle; un compromesso che porta benefici economici a livello di riduzione della spesa, benefici di salute per la riduzione dei livelli di colesterolo cattivo, trigliceridi e pressione sanguigna, ma soprattutto benefici ambientali.

Quindi, cosa è emerso dall’indagine svolta sul campione di 15.000 francesi?

Come scritto sul n.6/2021 della rivista Agra, in relazione al rapporto con il cibo l’82% degli intervistati afferma di provare a sprecare meno cibo, mangiando meglio, e il 78% dice di affermare di preferire i prodotti locali per i propri acquisti.
Per quello che riguarda la carne, l’89% afferma di apprezzarne il gusto e il 79% la considera fondamentale per una buona salute, ma allo stesso tempo il 68% pensa che in Francia si mangi troppa carne. Tra la carne che viene maggiormente evitata c’è il manzo, seguito da salumi e dal maiale.
Anche se il 56% degli intervistati pensa che la carne abbia un impatto negativo sull’ambiente, solo il 2,2% afferma di seguire una dieta senza carne, e di questi solo lo 0,3% è vegano. Sebbene la quota di vegetariani sia molto bassa, il 24% degli intervistati si dichiara flexitariano.
L’identikit delle persone con dieta senza carne e flexitariane è quello di una donna, urbana, istruita e in buona percentuale single. Invece, l’identikit del 74% che si dice onnivoro è quello di uomini che vivono nelle zone rurali, lavoratori ma con poche qualifiche.

Fonte: Agra Editrice