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Olio di colza, fa male? Facciamo chiarezza

Nelle infinite praterie di fiori gialli che si coltivano dalla Cina fino al Canada, nasce un dubbio che divide le opinioni di esperti e non: l’olio di colza fa male alla salute? Il dibattito è forbito e sempre acceso anche se si tende a pensare che sia più dannoso che salutare. Cerchiamo di capire meglio di cosa si tratta e come agisce nel corpo umano.
L’olio di colza è un estratto oleoso che si ottiene dalla spremitura dei semi della Brassica Napus, comunemente chiamata colza. Si tratta di una pianta erbacea che presenta fiori di colore giallo acceso. Lo scopo della produzione di questo olio è alimentare e viene utilizzato fin dal IX secolo per le proprietà combustibili.
Tempo fa, l’olio di colza veniva usato come carburante ecologico per i mezzi di trasporto e prima ancora come combustibile per le lampade della strada in molte città europee. Attualmente, questo estratto vegetale, viene usato dalle industrie alimentari per preparare molti prodotti da forno. Tra questi ricordiamo i grissini, gli snack e le merendine.
Inoltre l’olio trova largo uso nella produzione di margarine, cibi fritti sia confezionati che cucinati nei locali di ristorazione, nei prodotti surgelati e in molti alimenti di tipo industriale. Trovarlo nei supermercati non è facile perché si tratta di un olio che non vine utilizzato nella cucina tradizionale casalinga.

L’olio di colza fa male alla salute?

Quello che ha sempre creato dubbi sulla salubrità dell’olio di colza, è il contenuto in alta concentrazione di acido erucico. Si tratta di un grasso monoinsaturo che risulta cardiotossico, questo significa che provoca danni al tessuto cardiaco.
Alcuni studi eseguiti negli anni ’70 dimostravano che l’olio di colza contiene il 50% di questo grasso che si accumula facilmente nell’organismo causando notevoli danni sia al cuore che al fegato. Sembra che ancora oggi non ci siano studi confermati sull’effettiva pericolosità dell’olio di colza e non viene nemmeno classificato come olio buono.
L’unica certezza è che stiamo parlando di un prodotto economico che non viene estratto a freddo come si richiede ai prodotti di qualità. L’olio di colza si ottiene tramite processi di raffinazione chimica, una volta estratto viene sbiancato utilizzando solventi e calore.

Olio di colza, cosa ne pensano i nutrizionisti

Per capire più a fondo se l’olio di colza fa male ed è, quindi, da evitare possiamo fare riferimento ai pareri dei nutrizioni. L’olio di colza ha una buona concentrazione di acidi grassi polinsaturi, ovvero quelli essenziali.
Si tratta di sostanze che devono necessariamente assunti tramite l’alimentazione ma il motivo per il quale l’olio di colza viene utilizzato è puramente economico e non certo perché faccia bene. Certo è che si tratta di un prodotto migliore dell’olio di palma in quanto quest’ultimo è un grasso saturo, ma questo non significa che sia un buon alimento. Tra i due migliori oli indicati dai nutrizionisti sono l’olio extravergine di oliva e l’olio di lino estratti rigorosamente a crudo che forniscono il giusto apporto di omega 3 e omega 6.

Quali sono le differenze tra olio di colza e olio di canola

Per risolvere i problemi e limitare i danni che possono essere provocati dal suo utilizzo, gli esperti hanno cercato di creare un olio di colza con un minor quantitativo di acido erucico. Quello che ne è scaturito è il canola oil, il suo nome non è altro che l’acronimo di Canadian Oil Low Acid, che in Italia è conosciuto con il nome di olio di canola.
Come si evince dal nome, si tratta di un grasso vegetale che viene prodotto per lo più in Canada e ha dato il via all’uso dell’olio di colza a livello industriale alimentare. Stiamo parlando di un olio geneticamente modificato che viene considerato sano e benefico in diversi stati tra cui l’Australia, la Germania, il Canada e gli USA.
In Italia i nutrizionisti lo sconsigliano preferendo di gran lunga l’olio extravergine d’oliva estratto a freddo e privo di processi di raffinazione. Inoltre non subisce trattamenti termici che ne alterino le caratteristiche organolettiche, ne trattamenti di sbiancamento e, l’olio di oliva, non è modificato geneticamente. Mangiare sano, mangiare italiano, una regola che garantisce la qualità dei prodotti partendo dalle materie prime.

Attenzione all’etichetta

I consumatori che non sono sicuri di quello che stanno acquistando e mangiando fornendo i prodotti anche alla famiglia e ai bambini a discapito della loro salute, devono fare attenzione all’etichetta. Questa rappresenta uno strumento estremamente importante per comprendere quali siano gli ingredienti degli alimenti che portiamo in tavola.
Leggendo le etichette, che spesso sono realizzate con una scrittura minuscola impossibili da leggere per molti, si deve ricercare la presenza dell’olio di colza o di canola. In questo modo è possibile fare una libera e consapevole scelta di acquisto con le conseguenze sulla propria salute e su quella dei propri cari.

Conclusione

Riassumendo, l’olio di colza contiene acido erucico che può creare problemi a carico del cuore, del fegato. Ma può anche causare problemi respiratori e cecità se utilizzato in maniera costante e abbondante. Si tratta di un olio utilizzato per lo più nell’industria alimentare quindi può essere contenuto in ogni cibo pronto messo in commercio.
L’acido erucico è la sostanza maggiormente dannosa che si trova nell’olio di colza per tale ragione il Ministero della Salute ha recentemente dichiarato di voler abbassare i limiti attuali. Nella versione originale viene utilizzato per la produzione di biocarburanti e lubrificanti mentre l’olio di canola, geneticamente modificato, si utilizza per il confezionamento industriale di alimenti.
Detto ciò la palla passa ai consumatori come te che possono scegliere liberamente quale tipo di condimento vogliono portare in tavola e quali tipologie di alimenti offrire alla propria famiglia.
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