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latte alta qualità

Latte fresco pastorizzato di alta qualità: parametri e differenze

Molto spesso si fa l’errore di  definire di ’alta qualità’ un latte percepito in maniera soggettiva con alti livelli di qualità. Come invece spiegheremo nell’articolo, ci sono degli specifici requisiti da rispettare per poter utilizzare la denominazione di “latte fresco pastorizzato di alta qualità”.
Infatti, il latte fresco di alta qualità è una tipologia di latte che deve soddisfare determinate condizioni nutrizionali definite per legge.
Si fa riferimento a quanto espresso nel decreto ministeriale n. 185 del 1991 con il quale vengono definiti i requisiti necessari affinché un latte crudo, opportunamente lavorato, possa essere definito di alta qualità. Nello specifico, il latte crudo appena munto deve essere immediatamente filtrato e refrigerato in un ambiente controllato di massimo 6°C.
Inoltre, il latte deve:
  • Derivare da animali destinati alla produzione di latte alimentare certificati senza tubercolosi e brucellosi, tenuti in aziende di produzione sottoposte a controlli veterinari periodici;

 

  • Essere prodotto in due locali separati, uno per la stalla e uno destinato alla fase di filtraggio, refrigerazione, conservazione e deposito;

 

  • Non contenere additivi e non deve avere sottratte le sue componenti naturali.
Per quanto riguarda le informazioni di composizione nutrizionale, il latte fresco pastorizzato di alta qualità deve rispettare la percentuale minima di grassi del 3,5% e la quota proteica non deve essere inferiore a 32 grammi per ogni litro.
Invece,  a livello dei requisiti igienico sanitari all’interno del latte:
  • non devono esserci più di 100.000 germi ogni millilitro (a 30°C);

 

  • non devono esserci più di 300.000 cellule somatiche ogni millilitro;

 

  • non devono esserci più di 30 parti per milione di acido lattico.
Per cui, il latte che si potrà ottenere seguendo queste specifiche è un latte fresco pastorizzato con almeno il 15,5% di siero proteine di latte non danneggiate dal calore. Infatti, il trattamento termico a cui è sottoposto è meno impattante a livello di ripercussioni sulla struttura proteica del prodotto finale.