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Ecco perché dovresti condire carne e pesce con il limone

Il limone, oltre ad essere l’agrume perfetto per creare bevande dissetanti, è anche un valido supporto come rinfrescante, disinfettante e diuretico.
Alcuni studiosi, studiando le sue origini più antiche, affermano che l’albero da frutto del limone proviene dall’incrocio di due frutti, il cedro e l’arancia amara e che i primi esemplari rintracciabili siano quelli cresciuti in Cina, Birmania e in alcune regioni dell’India. Mentre in Italia, i territori che donano i migliori frutti sono quelli del lago di garda e del sud, e in particolare la zona di Sorrento, quella calabrese e siracusana.
Proprio per la sua diffusione sul territorio italiano, tutti siamo a conoscenza delle innumerevoli proprietà benefiche che il limone ha sul corpo umano.
Il limone, oltre a contenere sali minerali, calcio, ferro, manganese e carotene, contiene soprattutto 50 mg di vitamina C ogni 100 grammi e 47 grammi di acido citrico per un litro di succo.

Perché gli esperti consigliano di associare limone alla carne e al pesce?

L’associazione tra alimenti ricchi di vitamina C e di acido citrico (come il limone) e alimenti animali e vegetali ricchi di ferro (come la carne, pesce e legumi), viene spesso consigliata dagli studiosi. Scopriamo insieme il perché. Nello specifico, è l’acido citrico abbondantemente contenuto nella polpa del limone che svolge una funzione “amplificatrice” del ferro assunto tramite altri alimenti. Infatti, negli alimenti si possono trovare due diverse tipologie di ferro, classificato in:
  • Ferro EME o ferro organico, presente negli alimenti di origine animale come manzo, pesce, maiale, cavallo. Questa è la tipologia di ferro direttamente assimilabile dal corpo umano.
  • Ferro non EME o ferro non organico, presente sia negli alimenti vegetali che in quelli animali (legumi, cereali, riso, ma anche nelle carni, nel pollo, maiale e pesce). Questa è la tipologia di ferro che è solo in minima parte assimilabile dall’organismo.

Quindi, com’è possibile assimilare tutta la quantità di ferro non organico presente nelle carni, pesce e legumi?

Affinché il nostro corpo possa trarre beneficio da tutto il ferro contenuto negli alimenti di origine animale e vegetale, è buona norma associare la loro assunzione ad alimenti con alte quantità di vitamina C come i limoni, gli agrumi, i pomodori e peperoni. Infatti, uno studio del 2000 (Hallberg, L., Hulthén, L.) ha dimostrato come l’assunzione di 100 mg di vitamina C durante i pasti aumenti l’assorbimento del ferro di quasi il 70%.
È proprio questa la ragione per cui, molto spesso, a gravi forme di carenza di vitamina C sono associate situazioni di anemia. Allo stesso tempo, bisogna fare attenzione a non associare tali alimenti ai cibi che inibiscono l’assorbimento del ferro non EME, come il tè, caffè, vino, uova e latticini.
Inoltre, il limone è particolarmente indicato a questo scopo poiché, oltre alla vitamina C, è ricco di acido citrico che interviene anch’esso nel processo di facilitazione dell’assorbimento del ferro. Riguardo le modalità di consumo del limone, questo può essere spremuto direttamente sull’alimento ricco di ferro o può essere assunto sotto forma liquida, diluito in un bicchiere di acqua da bere durante i pasti.