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Glifosato: cos’è, dove si trova, quali sono i danni per la salute e come evitarlo?

Il glifosato è una sostanza chimica utilizzata fin dagli anni ’70 dalla Monsanto, e successivamente da moltissimi agricoltori del mondo dopo la scadenza del brevetto. Studi scientifici hanno provato la pericolosità di questo erbicida che è contenuto in diversi prodotti. I residui del glifosato sono stati trovati nei prodotti alimentari finali, ovvero quelli che giungono sulle tavole dei consumatori ignari del contenuto delle pietanze. 
In Italia è stato proibito l’utilizzo dell’erbicida non selettivo, soprattutto nella fase di pre-raccolto; in questo modo è garantita una qualità maggiore del grano che matura con le giuste tempistiche e in modo naturale nei campi.
Pasta, farina e prodotti da forno sono quindi più sicuri? Cerchiamo di capire meglio come scegliere alimenti sani ed evitare i danni del glifosato, scartando prodotti contaminati con farine estere non sicure.

Cos’è il glifosato?

Il glifosato è un forte erbicida sistemico molto diffuso in ogni parte del mondo. Il suo brevetto e primo utilizzo risalgono al 1974 quando la Monsanto, multinazionale nordamericana, rese nota la sue proprietà distruttive nei confronti di ogni tipo di erba.
Oggi il glifosato si trova in oltre 750 prodotti che vengono normalmente utilizzati in agricoltura, nel giardinaggio a livello domestico, per la pulizia di strade, ferrovie e aree urbane. La capacità di inibire l’enzima essenziale alla pianta per la sua crescita bloccandone il metabolismo, questo erbicida fa sì che venga eliminata ogni tipo di vegetazione su cui viene diffuso.
 Inizialmente, contadini e non usavano il glifosato per pulire il terreno dalle erbe infestanti spruzzandolo prima della semina. Dopo la comparsa delle piante geneticamente modificate con un’alta resistenza all’erbicida, abbiamo iniziano ad usarlo anche nella fase di pre-raccolto per una pulizia preventiva del campo e rendere uniforme la maturazione del grano.
Questo utilizzo viene effettuato soprattutto nei Paesi freddi come il Canada, da cui proviene la maggior parte di grano utilizzato nelle aziende in tutta Europa. Il territorio canadese non ha un clima ideale per portare a maturazione il grano a causa delle temperature; quindi, con l’uso del glifosato riesce a far essiccare e maturare interi campi in soli 10 giorni circa.
Un ottimo guadagno per le aziende ma con danni alla salute per i consumatori di pasta, pane e prodotti farinacei. Per questo motivo le autorità italiane ne hanno proibito l’utilizzo nella fase di pre-raccolto. Inoltre, vista la pericolosità della sostanza, si è stabilito di non utilizzare il prodotto erbicida nei parchi, nelle scuole e nei luoghi in cui ci sia frequentazione pubblica. Un chiaro segnale che indica la comprensione delle reazioni avverse causate dal glifosato alla salute dell’uomo.

Perché il glifosato si trova negli alimenti? 

ll glifosato è un potente erbicida quindi viene utilizzato per pulire i terreni su cui si coltivano frutta, ortaggi, verdura e cereali. In particolare il grano viene trattato in varie fasi tra cui quella del pre-raccolto: con questo utilizzo, si possono trovare grandi residui della sostanza nel prodotto finale.
In seguito alle evidenze scientifiche che hanno provato i danni alla salute provocati dal glifosato, il suo utilizzo è stato ridotto o eliminato totalmente nei prodotti italiani.
Infatti, il grano coltivato in Italia non necessita di sostanze che accelerino la maturazione grazie al clima favorevole e caldo. Al contrario, il grano prodotto in Canada,ha bisogno di essere trattato con glifosato a causa del clima freddo. La sostanza chimica viene infatti utilizzata non solo per eliminare erbe infestanti, ma anche per accelerare l’essiccazione e maturazione del cereale che avviene in soli 10-15 giorni.
Inoltre, si ha un’alta concentrazione di glutine che consente di avere una maggiore tenuta della pasta durante la cottura. Una grande quantità di grano coltivato all’estero viene impiegato da aziende che producono pasta, farine e prodotti da forno. Ma ci sono alcune aziende che conservano le tradizioni e prediligono il grano italiano proveniente da colture biologiche e prive di glifosato.
Queste ultime sono da preferire in quanto non dannose per la salute, come ben sanno i consumatori più attenti che scelgono prodotti realizzati con grano 100% italiano. Solo così è possibile avere la certezza di portare in tavola pietanze che apportano nutrimento e gusto, senza correre il pericolo di scatenare reazioni allergiche e intolleranze come la celiachia oppure sviluppare malattie spesso gravi. Mangiare italiano è un buon metodo per stare bene alimentandosi con prodotti sani e privi di sostanze chimiche dannose per l’organismo anche a lungo termine.

Perché non si trovano negli alimenti prodotti con farine italiane?

L’Italia è uno dei Paesi europei che ha scelto di essere più prudente riguardo all’utilizzo del glifosato, mentre in altre Nazioni l’uso  è permesso senza particolari restrizioni. Il Decreto del Ministero della Salute emesso il 9 agosto 2016 ha vietato l’impiego dell’erbicida in determinate situazioni, tra cui:
• la fase di pre-raccolta, ovvero durante il periodo del raccolto e della trebbiatura quando il grano è ormai prossimo al consumo;
• le aree pubbliche come parchi, aree ricreative, campi sportivi e zone verdi site nei pressi scolastici, aree vicine a strutture sanitarie;
• utilizzo non agricolo sul suolo con un contenuto di sabbia superiore all’80% per il rischio di contaminazione del terreno e delle falde acquifere.

Che cosa può causare il glifosato negli alimenti?

La presenza di glifosato negli alimenti può provocare diversi problemi di salute se presente in maniera continuata nei prodotti consumati quotidianamente.
L’IARC (International Agency for Research on Cancer), l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro fa parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha fornito una precisa classificazione del glifosato. La sostanza è stata posta nel gruppo 2A in qualità di “potenziale cancerogeno per l’uomo e cancerogeno per gli animali”.
La ricerca che è stata eseguita per tre anni da un team di 17 scienziati ed esperti che hanno coordinato lo studio in 11 Paesi differenti. I risultati, pubblicati nel marzo 2015 sul magazine di medicina “The Lancet Oncology”, hanno rivelato una stretta correlazione tra il glicosato e il linfoma non-Hodking, soprattutto per chi si espone direttamente a tale sostanza o ne fa un utilizzo continuativo.
L’opinione espressa dallo IARC ha quindi messo in guardia contro i pericoli per la salute dovuti al glifosato che, fin dagli anni 80′, fu classificato come sostanza interferente con il sistema endocrino. I dati raccolti negli ultimi anni hanno confermato i gravi pericoli per la salute, tra cui una correlazione evidente con l’insorgenza della celiachia (Ricerche del MIT del 2013-2014). Tale evidenza è stata rilevata nei consumatori di prodotti da forno, farinacei e pasta creati con grano trattato con glifosato. Quindi, in particolare, nelle persone che hanno assunto alimenti realizzati con farine e grano proveniente dai paesi del Sud-America dove si fa libero uso dell’erbicida.
Inoltre, il glifosato, può agire abbassando il livello di testosterone, estrogeni e progesterone favorendo la prevalenza estrogenica. Tale situazione di squilibrio ormonale si riflette nelle donne con una maggiore possibilità di comparsa di forme tumorali alle ovaie e utero. Mentre negli uomini potrebbe dare vita al rischio di femminilizzazione, calo della libido, diminuzione della potenza sessuale, aumento delle mammelle. Tutte reazioni alquanto dannose per la salute e il benessere psico-fisico delle persone che, ignare del contenuto dei prodotti, consumano pasta, pane, farinacei ma anche frutta, verdura e carne senza conoscerne il contenuto chimico. Come proteggersi da tutto questo?